In una Capri dove l'incanto luminoso della natura prende risalto dalla penombra segreta della storia e del mito, Axel Munthe, medico di fama internazionale, trova il proprio luogo di elezione, la terra dove costruire San Michele, la splendida casa in cui potrà essere pienamente se stesso. La storia di San Michele, scritta su consiglio di Henry James in un momento doloroso per l'autore ormai anziano e malato agli occhi, racconta l'impegnativa e gioiosa realizzazione di un sogno. Munthe parla di sé e dei suoi tempi, rievoca un'Europa cancellata dalla guerra, testimonia il drammatico nascere di un nuovo mondo, e coglie con straordinaria semplicità il legame che intreccia ogni esistenza alle altre in un fluire di vita tra uomini, animali e luoghi. Nel suo rifugio può consapevolmente ripercorrere i propri ricordi e attingere a quella fonte della saggezza che sgorga "nel nostro proprio suolo, tra i profondi abissi dei nostri solitari pensieri e sogni".
In una Capri dove l'incanto luminoso della natura prende risalto dalla penombra segreta della storia e del mito, Axel Munthe, medico di fama internazionale, trova il proprio luogo…
Il suono metallico dei tasti risuona stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita dattilografa le storie della rivista Saturnalia: detective dai lunghi cappotti che tra una sparatoria e l'altra hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler che il suo affascinante editore Sebastiano Satta Ascona traduce, le fanno scoprire il potere delle parole. Un potere che va ben oltre la carta. Anita ne rimane affascinata. Proprio lei che non ha mai letto nulla. Ma se Anita si trova ora a lavorare per una rivista di racconti gialli la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che poi alla fine così tanto male non sono. Anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo quando un'anziana donna viene arrestata e tacciata da tutti come pazza perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l'unica a crederle. Eppure quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l'intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scovare il bandolo della matassa. Perché una donna può tenere in mano un filo non solo per cucire e rammendare, ma per far sentire la sua voce.
Il suono metallico dei tasti risuona stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita dattilografa le storie della rivista Saturnalia: detective dai lunghi cappotti che tra una sparatoria…
Capelli corvini e abiti rigorosamente neri che le danno un’aria misteriosa e impenetrabile: è il biglietto da visita di Silvana Sarca, meglio nota come Vani, nel giorno del suo affrancamento. Da oggi ha un lavoro vero. Uno di quelli con cui potrà finalmente mettere a tacere le continue lamentele della madre sul suo modo di vestirsi e comportarsi. È la nuova ghostwriter delle Edizioni L’Erica, la casa editrice più illustre e antica di Torino. Qui ha il delicato compito di redigere i libri degli altri restando sempre nell’ombra: le bastano un’idea e pochi materiali da studiare per calarsi nei panni dell’autore e scrivere esattamente come avrebbe fatto lui. E ci riesce benissimo grazie al suo intuito infallibile e a uno spirito di osservazione senza eguali. Doti che non tardano a vincere le riserve dell’irrequieto direttore editoriale e a rassicurarlo che non poteva fare scelta migliore. Perché Vani non è una semplice ghostwriter, è molto di più. È la candidata perfetta per un lavoro che richiede massima discrezione e riservatezza.
Capelli corvini e abiti rigorosamente neri che le danno un’aria misteriosa e impenetrabile: è il biglietto da visita di Silvana Sarca, meglio nota come Vani, nel giorno del suo…
Niente può fermarla
Perché scrivere è la sua missione
E solo i libri possono indicarle la strada
Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché così può scrivere nel chiuso della sua casa, in compagnia dei libri e lontano dal resto dell’umanità, per la quale non ha una grande simpatia. Ma soprattutto perché può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di emulare i loro gesti, di anticipare i loro pensieri, di ricreare perfettamente il loro stile di scrittura. Una empatia innata da cui il suo datore di lavoro sa come trarre vantaggio. Lui sa che solo Vani è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori viventi di thriller del mondo. E non importa se le chiede di scrivere una storia che nulla ha a che fare con i padri del genere giallo che lei adora, da Dashiell Hammett a Ian Fleming passando per Patricia Highsmith. Vani è comunque la migliore. Tanto che la polizia si è accorta delle sue doti intuitive e le ha chiesto di collaborare. E non con un commissario qualsiasi, bensì Berganza, la copia vivente dei protagonisti di Raymond Chandler: impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che i due fanno indagini a braccetto. Ma tra un interrogatorio e l’altro, tra un colpo di genio di Vani e l’altro qualcosa di più profondo li unisce. E ora non ci sono più scuse, non ci sono più ostacoli: l’amore può trionfare. O in qualunque modo Vani voglia chiamare quei crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. Perché il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Andare oltre il suo astio per aiutarlo è difficile e proteggere la sua nuova relazione lo è ancora di più. Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che può tessere trame più ordite del più bravo degli scrittori.
Niente può fermarla
Perché scrivere è la sua missione
E solo i libri possono indicarle la strada
Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché così può…
«Un diavolo, no.
Un cane piuttosto.
Il bastardino di casa Panicarli della cui esistenza nessuno aveva avvisato il carabiniere Virgola.
Sbucato da chissà dove, e abbaiando come se avesse ereditato i toni di tutte le razze che s’erano incrociate prima di arrivare a lui, in un battibaleno gli aveva addentato la gamba sinistra del pantalone, strappandola con una ferocia ringhiante e poi sputandola per riprendere ad abbaiare come un ossesso, e aggirandolo per attaccarsi alla gamba destra.»
La quiete della notte tra il 16 e il 17 luglio 1937 viene turbata a Bellano da un grido di donna. Trattasi di Emerita Diachini in Panicarli, che urla «Al ladro! Al ladro!» perché ha visto un’ombra sospetta muoversi tra i muri di via Manzoni. E in effetti un balordo viene poi rocambolescamente acciuffato dalla guardia notturna Romeo Giudici. È Serafino Caiazzi, noto alle cronache del paese per altri piccoli reati finiti in niente soprattutto per le sue incapacità criminali. Chiaro che il ladro è lui, chi altri? Ma al maresciallo Maccadò servono prove, mica bastano le voci di contrada e la fama scalcinata del presunto reo. Ergo, scattano le indagini. Prima cosa, interrogare l’Emerita. Già, una parola, perché la donna spesso non risponde al suono del campanello di casa, mentre invece è molto attivo il suo cane, un bastardino ringhioso e aggressivo che si attacca ai polpacci di qualunque estraneo. E il Maccadò, dei cani, ha una fifa barbina.
A cantare fu il cane ci offre una delle storie più riuscite di Andrea Vitali. I misteri e le tresche di paese, gli affanni dei carabinieri e le voci che si diffondono incontrollate e senza posa, come le onde del lago, inebriate e golose di ogni curiosità, come quella della principessa eritrea Omosupe, illusionista ed escapologa, principale attrazione del circo Astra per le sue performance, ma soprattutto per il suo ombelico scandalosamente messo in mostra. E per la quale, così si dice, ha perso la testa un giovanotto scomparso da casa…
«Un diavolo, no.
Un cane piuttosto.
Il bastardino di casa Panicarli della cui esistenza nessuno aveva avvisato il carabiniere Virgola.
Sbucato da chissà dove, e abbaiando come…
"Gente in Aspromonte", capolavoro di Alvaro, è una raccolta di tredici racconti pubblicata nel 1930, che prende il titolo dal primo e più importante di essi. Nel solco del realismo meridionalista, le pagine di Alvaro danno voce a un mondo arcaico, chiuso, primitivo, elementare, in cui i rapporti sociali sono duri e spietati, e le ingiustizie profonde. Un mondo che, però, possiede anche i suoi valori, una sua bellezza, le sue segrete dolcezze, di cui bisogna custodire generosamente la memoria. Ed è per questo motivo, anche, che quello descritto in "Gente in Aspromonte" è un mondo severamente giudicato, ma in pari tempo amorosamente rivissuto, in un perpetuo ondeggiamento dei sentimenti, in un continuo oscillare tra il moralismo e il lirismo e in un altrettanto continuo contrasto tra l'uomo moderno e l'antico che convivevano in Alvaro. Presentazione di Mario Pomilio.
"Gente in Aspromonte", capolavoro di Alvaro, è una raccolta di tredici racconti pubblicata nel 1930, che prende il titolo dal primo e più importante di essi. Nel solco del…
Per la maggior parte delle persone il Natale è il periodo più bello dell’anno: strade illuminate, cene in famiglia, regali da scartare. Ma non per Vani Sarca. Per lei, che normalmente odia la prossimità delle persone, il Natale è il peggior incubo che si possa immaginare. Non vorrebbe fare altro che restarsene da sola a leggere i suoi amati libri e continuare a indossare il suo look noir, così poco in tono con le tinte natalizie. Eppure una ghostwriter come lei non può mai andare in vacanza, nemmeno a Natale: c’è sempre bisogno della sua dote speciale, della sua capacità di comprendere le persone solo da un gesto, da un’inflessione della voce, da un atteggiamento. Insomma, anche sotto le feste deve vestire i panni di qualcun altro... e non di uno qualunque, ma addirittura di Babbo Natale.
Per la maggior parte delle persone il Natale è il periodo più bello dell’anno: strade illuminate, cene in famiglia, regali da scartare. Ma non per Vani Sarca. Per lei, che…
Questa volta, il compito affidato a Vani dal direttore della sua casa editrice è una vera e propria sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo lei può farlo uscire dall’ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo scrittore che le ha spezzato il cuore, ora è pronto a tutto per riconquistarla. Intanto il commissario Berganza è sicuro che Vani sia l’unica a poter scoprire come un boss agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Ma non è l’unico motivo per cui desidera averla vicino. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo.
Questa volta, il compito affidato a Vani dal direttore della sua casa editrice è una vera e propria sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno…
Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei.
Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre.
Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito.
Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle caratteristiche negative c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti.
Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato. Non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare.
Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le…
Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C'è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l'altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l'affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti.
Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l'intuito di Vani può smascherarli.
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è stato uno degli esordi più amati dai lettori e dalla stampa più autorevole. Lo stile unico e la forza narrativa di Alice Basso hanno conquistato tutti. Come la sua esilarante protagonista, Vani, che torna con un nuovo libro da scrivere, un nuovo caso da risolvere e un nuovo inaspettato nodo sentimentale da sciogliere.
Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe…
Seconda opera del progettato ciclo dei "Vinti", dopo i "Malavoglia", "Mastro don Gesualdo" è un romanzo di costume. La parabola di Gesualdo Motta che da "mastro" (muratore) diventa "don" (ricco borghese) descrive il fallimento di una vita tutta dedita al culto della "roba", ma completamente aliena da affetti genuini e sinceri. Nel sovrapporsi chiassoso di voci che incrinano ogni valore sociale Verga sembra aver individuato il ritmo espressivo di un'umanità condizionata dal denaro e condannata alla solitudine. È una condizione di cui i personaggi non hanno coscienza, e questo fa di "Mastro-don Gesualdo" il primo romanzo italiano dell'alienazione borghese.
Seconda opera del progettato ciclo dei "Vinti", dopo i "Malavoglia", "Mastro don Gesualdo" è un romanzo di costume. La parabola di Gesualdo Motta che da "mastro" (muratore)…
"L'invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975 non era affatto un fenomeno invisibile. Chi ricorda anche vagamente le polemiche giornalistiche di allora, a rileggere questi "Scritti corsari" può restare sbalordito. II fatto è che per Pasolini i concetti sociologici e politici diventavano evidenze fisiche, miti e storie della fine del mondo. Finalmente, così Pasolini trova il modo di esprimere, di rappresentare e drammatizzare teoricamente e politicamente le sue angosce... di parlare in pubblico del destino presente e futuro della società italiana, della sua classe dirigente, della fine irreversibile e violenta di una storia secolare." (dalla prefazione di Alfonso Berardinelli)
"Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca." (Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Aldo Garzanti Editore, 1975, p. 105)
"L'invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975 non era affatto un fenomeno invisibile. Chi ricorda anche…
Il principe Nechljudov riconosce nella prostituta Ljubasa, accusata in un processo per omicidio, la contadina Katjusa Maslova, che egli aveva sedotto dieci anni prima, provocandone la rovina. Oppresso dai sensi di colpa, si adopera per salvare la donna e, con lei, la propria anima. Da un "affare giudiziario" realmente avvenuto prende spunto l'ultimo grande romanzo di Tolstoj, che e soprattutto una riflessione sull'ineluttabilita del male, sull'ingiustizia universale della sofferenza, alla quale l'uomo puo opporre solo la prospettiva di un riscatto individuale, come quello che troveranno, ciascuno a modo proprio, Katjusa e Nechljudov.
Il principe Nechljudov riconosce nella prostituta Ljubasa, accusata in un processo per omicidio, la contadina Katjusa Maslova, che egli aveva sedotto dieci anni prima,…
Maggio 1936.
Con la fine della guerra d’Etiopia nasce l’impero fascista. E Fulvio Semola, segretario bellanese del Partito, non ha intenzione di lasciarsi scappare l’occasione per celebrare degnamente l’evento. Astuto come una faina, ha avuto un’idea da fare invidia alle sezioni del lago intero, riva di qui e riva di là, e anche oltre: un concerto di campane che coinvolge tutti i campanili di chiese e chiesette del comune, dalla prepositurale alla cappelletta del cimitero fino all’ultima frazione su per la montagna. Un colpo da maestro per rendere sacra la vittoria militare.
Ma l’euforia bellica e l’orgoglio imperiale si stemperano presto in questioni ben più urgenti per le sorti del suo mandato politico. In casa del potente e temutissimo ispettore di produzione del cotonificio locale, Eudilio Malversati, si sta consumando una tragedia. Dopo un’aggressione notturna ai danni dell’ispettore medesimo, spariscono in modo del tutto incomprensibile alcune paia di mutande della signora. Uno è già stato rinvenuto nella tasca della giacca del Malversati. Domanda: chi ce l’ha messo? E perché? Il problema vero, però, non è questo, bensì che fine abbiano fatto le altre. Dove potrebbero saltar fuori mettendo in ridicolo i Malversati, marito e moglie? Non essendo il caso di coinvolgere i carabinieri, per non mettere in giro voci incontrollabili, il Semola viene incaricato di risolvere l’enigma. Ma alla svelta e senza lasciare tracce, o le campane, questa volta, le suonerà il Malversati, con le sue mani, e saranno rintocchi poco allegri per la carriera del Semola.
Maggio 1936.
Con la fine della guerra d’Etiopia nasce l’impero fascista. E Fulvio Semola, segretario bellanese del Partito, non ha intenzione di lasciarsi scappare l’occasione…
Da almeno un decennio l’Occidente è scosso da due fenomeni imponenti: il crescente assenteismo elettorale e la nascita di movimenti e partiti che, pur di segno diverso, sono unificati dal violento movente antipolitico e antidemocratico. Nel frattempo regimi evidentemente dispotici diventano attori primari nel contesto planetario: Russia, Cina, i paesi del petrolio. Questi poli disegnano una situazione potenzialmente critica, quale non si era mai vista dalla fine della Seconda Guerra mondiale, che è probabilmente una crisi storica: il modello democratico sta forse arrivando al suo termine? Come la democrazia fallisce smonta pezzo a pezzo il glorioso paradigma democratico, mostrando che esso funziona a patto di prendere le sue componenti non come principi veri o promesse reali ma come “finzioni”, cioè come obiettivi impossibili, che nondimeno riescono a guidare il comportamento. Questi principi sono oggi avviluppati in insanabili contraddizioni. Prendendo per vero l’ideale di uguaglianza ad esempio si è finiti in irreparabili eccessi ed errori, come l’erosione di qualunque idea di autorità; assumendo come vera l’idea che la democrazia è una fata generosa, si pretende dalla sfera pubblica una miriade di prestazioni a cui essa non può fare fronte. Nel frattempo, con il supporto della globalizzazione si sono formati nuovi poteri, non derivanti da elezioni di alcun tipo e indifferenti a confini e sovranità statali, che prosperano all’ombra della democrazia mentre ne svuotano il significato, privando di potere gli stati sovrani. Sospinto da un incalzante ritmo argomentativo e basato su un’impeccabile rete di riferimenti classici e moderni, Come la democrazia fallisce continua e approfondisce l’analisi della modernità occidentale delineata da Raffaele Simone in Il Mostro Mite.
Da almeno un decennio l’Occidente è scosso da due fenomeni imponenti: il crescente assenteismo elettorale e la nascita di movimenti e partiti che, pur di segno diverso, sono…
Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli altri è il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale: coglie l'essenza di una persona da piccoli indizi e riesce a pensare e reagire come avrebbe fatto lei. Un'empatia profonda e un intuito raffinato sono le sue caratteristiche. E di queste caratteristiche ha fatto il suo mestiere: Vani è una ghostwriter per un'importante casa editrice. Scrive libri per altri. L'autore le consegna la sua idea, e lei riempie le pagine delle stesse parole che lui avrebbe utilizzato. Un lavoro svolto nell'ombra. E a Vani sta bene così. Anzi, preferisce non incontrare gli scrittori per cui lavora.
Fino al giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva più possibile con nessuno. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni, Riccardo sembra essersi dimenticato di lei.
E quando il destino fa incrociare di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso nascondono retroscena insospettabili. Proprio ora che ha bisogno di tutta la sua concentrazione. Perché un'autrice per cui sta lavorando è stata rapita e la polizia vuole la sua collaborazione. C'è un commissario che ha riconosciuto il suo talento unico e sa che solo lei può entrare nella mente del sequestratore.
Come nel più classico dei romanzi, Vani ha davanti a sé molti ostacoli. E non c'è nessuno a scrivere la storia della sua vita al posto suo: dovrà scegliere da sola ogni singola parola, gesto ed emozione.
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è il sorprendente esordio di Alice Basso. Una voce nuova, unica, esilarante. Un tributo al mondo dei libri, all'amore che non ha regole e ai misteri che solo l'intuito può risolvere. Una protagonista indimenticabile che vi dispiacerà lasciare alla fine del romanzo.
Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli…
"Pubblicato nel 1813, Orgoglio e pregiudizio è l'opera più popolare della Austen, la più perfetta per equilibrio di struttura narrativa e smalto di stile", scrive Attilio Bertolucci nell'introduzione. "Intorno al personaggio di Elizabeth, bella senza essere bellissima, intelligente e ferma senza essere dura, viene fuori nella sua verità l'Inghilterra di prima della rivoluzione industriale, col verde dei suoi boschi, col fango delle sue stagioni autunnali, col rosso delle sue uniformi militari".
"Pubblicato nel 1813, Orgoglio e pregiudizio è l'opera più popolare della Austen, la più perfetta per equilibrio di struttura narrativa e smalto di stile", scrive Attilio…
Nula, vispa Jack Russell Terrier dal prestigioso pedigree, e reduce da un incontro con un cane altrettanto blasonato. L'appuntamento amoroso и stato organizzato dai suoi padroni, i benestanti coniugi Ghedini, i quali non vedono l'ora che nascano i preziosi cuccioli. Sennonche, al momento buono vengono alla luce tre cagnolini belli e sani, si... ma non di razza. E, poco dopo, i tre piccoli scompaiono. Nula e Lula, la bella figlia sedicenne dei Ghedini, non si rassegnano: partiranno alla loro ricerca, in un'avventura che le porterа a scontrarsi con l'indifferenza di molti e la malvagitа di alcuni, in una Milano raccontata, per una volta, dal punto di vista degli animali. L'amore secondo Nula narra con gli occhi di un'adorabile quattrozampe le molte facce dell'amore umano - i primi approcci fra adolescenti, l'amore coniugale, il tradimento, l'amore mercenario... e persino la fecondazione assistita aiutandoci a capire i nostri difetti e le nostre virtu, con l'indispensabile filtro della filosofia canina, che forse insegnerа alla padroncina Lula il vero significato della parola amore.
Nula, vispa Jack Russell Terrier dal prestigioso pedigree, e reduce da un incontro con un cane altrettanto blasonato. L'appuntamento amoroso и stato organizzato dai suoi padroni,…
Pavel Ivanovic Cicikov, arrivista senza scrupoli, ma di inoffensiva apparenza, viaggia attraverso la Russia con la sua carrozza, il cocchiere Selifan e il servo Petruska per comprare a poco prezzo "anime morte", i nomi dei contadini morti o fuggiti ma ancora a carico dei proprietari. Il suo diabolico piano e di servirsene per ottenere le assegnazioni di terre concesse a chi dimostra di possedere un certo numero di servi della gleba. In realtа, le vere "anime morte" non sono i contadini di cui Cicikov va a caccia, ma i vivi che egli incontra, i proprietari terrieri, figure grottesche e patetiche che hanno ormai cancellato la loro umanitа, trasformandosi in una galleria di vizi sordidi e ripugnanti. Il romanzo и un vasto affresco della Russia rurale, una discesa agli inferi nella provincia vista come inesauribile campionario di grettezze. Tutto, in "Anime morte", e sotto il segno di questa degradante mediocritа e trivialitа, una meschinitа presuntuosa, animalescamente avida, vanagloriosa e soddisfatta, di cui lo stesso Cicikov и campione ed emblema.
Pavel Ivanovic Cicikov, arrivista senza scrupoli, ma di inoffensiva apparenza, viaggia attraverso la Russia con la sua carrozza, il cocchiere Selifan e il servo Petruska per…
Leggere ha ancora un senso? Cosa può insegnarci e come può cambiarci la vita? In questo libro Piero Dorfles ci accompagna in un viaggio nel il magico mondo della letteratura attraverso i cento capolavori che meglio rappresentano il nostro immaginario letterario condiviso e ineludibile, e traccia un itinerario che appassionerà quanti si rivolgono ai libri per studiare, insegnare e cercare di capire meglio il mondo. Raccontandoci di utopie, di desideri, di mondi fantastici e di avventure emozionanti, ci fa rivivere la lettura come un’avventura dello spirito, un’esperienza della vita e un passaggio di maturazione. Con la consapevolezza costante che più libri si hanno in comune, più grande è il sistema di riferimenti, di esperienza e di sapere condiviso che ci permette di vivere in armonia con gli altri. Da 1984 di Orwell a Se questo è un uomo di Levi, dal Conte di Montecristo di Dumas a Delitto e castigo di Dostoevskij, la lettura diventa così un’esperienza in grado di arricchire le nostre vite attraverso ponti di emozioni e saperi condivisi, capace di avvicinarci al prossimo e di renderci sensibili al mondo e al destino dell’uomo.
Leggere ha ancora un senso? Cosa può insegnarci e come può cambiarci la vita? In questo libro Piero Dorfles ci accompagna in un viaggio nel il magico mondo della letteratura…