Вручение 29 апреля 2023 г.

Страна: Италия Место проведения: город Бергамо Дата проведения: 29 апреля 2023 г.

Национальная художественная премия Бергамо

Лауреат
Маттео Мельхиорре 0.0
L’ultimo erede di una dinastia decaduta, i Cimamonte, si è ritirato a vivere nella villa da sempre appartenuta alla sua famiglia. La tenuta giganteggia su Vallorgàna, un piccolo e isolato paese di montagna. Il mondo intorno, il mondo di oggi, nel quale le nobili dinastie non importano più a nessuno, sembra distante. L’ultimo dei Cimamonte è un giovane uomo solitario che in paese chiamano scherzosamente «il Duca». Sospeso tra l’incredibile potere del luogo, il carico dei lavori manuali e le vecchie carte di famiglia si ritrova via via in una quiete paradossale, dorata, fuori dal tempo. Finché un giorno bussa alla sua porta Nelso, appena sceso dalla montagna. È lui a portargli la notizia: nei boschi della Val Fonda gli stanno rubando seicento quintali di legname. Inaspettatamente, risvegliato dalla smania del possesso, il sangue dei Cimamonte prende a ribollire. Ci sono libri che fin dalle prime righe fanno precipitare il lettore in un mondo mai visto prima. L’abilità dell’autore sta nel mimetizzarsi tra le pieghe della storia, e fare in modo che abitare accanto ai personaggi risulti un gesto tanto istintivo quanto inevitabile. È quello che accade leggendo Il Duca, un romanzo classico eppure nuovissimo, epico e politico, torrenziale e filosofico, che invita a riflettere sulla libertà delle scelte e la forza irresistibile del passato. Con una voce colta e insieme divertita, sinuosa e ipnotica – inusuale nel panorama letterario nostrano – Matteo Melchiorre mette a punto un congegno narrativo dal quale è impossibile staccarsi.
Альберто Равасио 0.0
Guglielmo Sputacchiera, inetto sociale e sessuale, si sveglia trasformato in ciò che più gli manca: una donna, è diventato una donna. Ma cosa è stato? l'abuso di pornografia, la masturbazione ambidestra, il surriscaldamento globale, gli amici del liceo, uno scherzo di dio? Un po' Samsa, un po' Fantozzi, un po' soldato Sc'vèik, il giovane Sputacchiera lascia la casa dei suoi e parte per un'avventura pesantemente surreale e realista. Sulla sua strada incontrerà paesani cattonazisti, l'odiato parentume, la dottoressa che palpa, il santone mariano: la tipica fauna dell'orrore provinciale lombardo, fino a un epilogo un po' osceno, ma che è anche il solo possibile. Scritto in una prosa alta e forse anche piuttosto alticcia, questo pirotecnico romanzo affronta con crudele sarcasmo alcuni temi del nostro tempo: la digitalizzazione della vita e della sessualità, l'inconciliabile rapporto con la generazione dei padri e la disperazione economica del nuovo proletariato colto.
Сильвия Кассиоли 0.0
Il capro è il romanzo sul Mostro di Firenze: un’opera che scava nell’indicibile per riportare alla luce una scheggia di verità.

Lo schema era fisso. Prima il maschio, poi la femmina. Prima la pistola, poi il coltello. Infine la firma: i colpi di una Beretta calibro 22 con la lettera H incisa sui bossoli. Una volta, e un’altra, e un’altra ancora. Otto delitti, sedici morti, diciassette anni di buio e angoscia. Per descrivere quell’orrore incomprensibile ed efferato, circoscritto in un’area della Toscana larga poche decine di chilometri quadrati, tra colline e oliveti, la cronaca conia un epiteto, poi ripreso nei servizi di tutto il mondo, nelle indagini e processi: il Mostro. Un’espressione che sarebbe diventata nel tempo uno dei nomi dell’oscuro.

Partendo dalla gioventù di Pietro Pacciani e dei «compagni di merende», Silvia Cassioli insegue lungo gli anni settanta e ottanta il coro dissonante di voci che attraversano e circondano i delitti del Mostro, ripercorre i passi dei protagonisti e dei comprimari, delinea psicologie e fisionomie di vittime e sospettati, inquirenti e semplici osservatori. Il risultato è il ritratto di una provincia feroce e arcaica, lontana da qualsiasi idillio, specchio ribaltato della mistura di sessuofobia e bigottismo, gossip e psicosi collettiva che avvolgeva la nazione. Una narrazione intensa, che ci costringe a confrontarci con le contraddizioni e i fantasmi che abitano le nostre paure, perché, come forse ci siamo resi conto solo troppo tardi, «basta un nulla e di Mostri ne saltano fuori a decine».

«Queste cose accadono solo in America o nei film dell’orrore, dice la gente. Non in Toscana. Non fra le nostre colline.»